🔵capitolo 2
Per molto tempo l’uncinetto è stato per me un rifugio. Un’attività che facevo con il cuore, nel silenzio, nei ritagli di tempo.
Poi è arrivato quel momento in cui ho sentito che volevo condividere di più. Non solo i miei lavori, ma anche la passione che ci stava dietro. Così ho deciso di partecipare ai mercatini per hobbisti. Era un piccolo passo, ma per me significava tanto.
Ricordo la prima volta che ho allestito il mio banchetto: ero emozionata, orgogliosa. Ogni creazione era lì, in bella vista, con i suoi colori, i suoi dettagli, le sue ore di lavoro silenzioso intrecciate dentro.
È stata una bellissima esperienza, perché mi ha permesso di uscire dal mio spazio personale e incontrare persone, ascoltare le loro storie, ricevere sorrisi sinceri.
Ma non è sempre stato facile. Col tempo, ho iniziato a sentire una stanchezza che non era solo fisica.
Quando qualcuno mi chiedeva: ‘Ma quanto vuoi per questo?’, e poi aggiungeva: ‘Ma lo fai per hobby, no?’, come se il mio tempo valesse meno perché lo dedicavo a qualcosa che amavo, ho cominciato a sentirmi svalutata.
Quando vedevo persone trattare le mie creazioni come se fossero solo un passatempo, come se dietro non ci fosse impegno, studio, dedizione… qualcosa dentro di me si è spento.
Alla fine, ho deciso di fermarmi. Ma quella esperienza mi ha insegnato tanto.
Mi ha fatto capire quanto amore metto in quello che faccio. Mi ha insegnato a riconoscere il valore del mio tempo, del mio lavoro, della mia creatività.
E soprattutto, mi ha fatto capire che l’uncinetto non è solo un hobby. È una parte di me.
A volte ci vuole coraggio per riconoscere il proprio valore, anche quando sembra che gli altri non lo vedano.
E tu? Hai mai avuto la sensazione che il tuo impegno venisse sottovalutato?
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