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Visualizzazione dei post con l'etichetta Racconti

Il mio primo fallimento creativo (e cosa mi ha insegnato)

  C’è sempre una prima volta… anche per i disastri. Il mio primo “fallimento creativo” aveva la forma di una sciarpa. O meglio, avrebbe dovuto averla. Doveva essere lunga, elegante, con un motivo traforato che avevo visto su una rivista. Invece è venuto fuori un coso. Un coso strano, arricciato su un lato, tirato sull’altro, con una forma che sembrava… boh, un lombrico stanco. E sai la cosa peggiore? Ci avevo messo una settimana. Con tutta la convinzione di chi si sente già “designer delle meraviglie”. Alla fine del settimo giorno, invece di ammirarla con orgoglio, ho guardato quel pezzo di filo con delusione. E ho pensato: “Non fa per me”. Poi ho fatto una cosa che oggi, ripensandoci, mi fa sorridere: ho disfatto tutto. Ho tirato via ogni punto, lentamente, come a dire al filo: “Ok, ricominciamo da capo. Ma stavolta insieme”. Quella “sciarpa mancata” è diventata poi una presina. La presina più storta del mondo, ma anche la prima creazione che ho finito con il sorriso. Perché avevo...

Quella volta che un gomitolo mi ha salvato l’umore – La Matassa che sono

Immagine dal web  📃Un racconto vero e delicato su come un semplice gomitolo può trasformare una giornata storta in un momento di pace. Una storia per chi ama l’uncinetto… e ha bisogno di respirare 🧶🧶🧶🧶🧶🧶 C’era una giornata no. Di quelle grigie dentro, anche se fuori il cielo era azzurro. Una di quelle in cui ogni cosa sembra pesare più del dovuto: i pensieri, i silenzi, anche le tazze nel lavandino. Mi giravo intorno e niente mi sembrava abbastanza. Né utile, né bello, né risolvibile. Poi, quasi per istinto, ho aperto il cassetto dei filati. Un gesto piccolo. Di quelli che non promettono nulla. E invece c’era lì, in un angolino, lui: un gomitolo color pesca, soffice e un po’ spettinato. L’avevo comprato anni prima prima “perché mi faceva sorridere”, e poi utilizzato per un progetto dimenticato nel cassetto  Quel giorno, però, non cercavo l’utile. Cercavo solo una scusa per respirare piano. Senza uno schema, senza un progetto, senza un perché, ho preso l’uncinetto e ho c...

Quel punto che ho imparato dalla nonna

Il punto che sa di casa C’è un punto all’uncinetto che non è scritto su nessun manuale, e forse nemmeno ha un nome ufficiale. Ma lo riconosci subito: perché lo hai visto sulle mani della nonna, nei suoi movimenti lenti e precisi, e nel suono del filo che scorreva con naturalezza. Magari da piccola non capivi nemmeno come facesse a farlo. Ma adesso, ogni volta che lo ripeti, è come se le sue mani si muovessero insieme alle tue. Quel punto ti ha insegnato più della tecnica: ti ha insegnato la pazienza, l’amore per le cose fatte con cura, e il valore di un tempo che non corre. È il punto che ha tenuto insieme generazioni, ricordi, tovaglie e sogni. E anche se oggi lo usi in un top moderno o in una borsa all’ultima moda… resta comunque il tuo piccolo incantesimo di famiglia. La mia di nonna lavorata a uncinetto ma non me lo ha mai insegnato, forse perché da piccola ancora non ci pensavo, forse perché l'ho persa troppo presto (avevo solo 8 anni) ma avrei tanti voluto che la mia passione...