Benvenuti al primo appuntamento della mia nuova rubrica: "Creatività Legale"!
Vedo troppo spesso confusione e, diciamocelo, molta furbizia, quando si parla di vendere le proprie creazioni fatte a mano. Il primo passo per mettersi in regola è rispondere a questa domanda fondamentale: io chi sono per la legge?
Capire la differenza tra Hobbista, Creativo e Artigiano è il punto di partenza per sapere se devo aprire la Partita IVA, emettere ricevute o iscrivermi a qualche registro.
1. L'Hobbista (l'eccezione alla regola)
L'Hobbista è colui che vende i prodotti del proprio ingegno in modo del tutto sporadico e occasionale. È l'unica figura che, in determinate circostanze, può vendere senza Partita IVA.
✅I criteri fondamentali (devono coesistere):
Occasionalità: La vendita non deve essere continuativa, organizzata o professionale. La vendita online costante su un profilo vetrina è il nemico numero uno di questa definizione. Se le mie vendite sono occasionali, non sono obbligato all'apertura della Partita IVA.
Modico Valore: I prodotti devono essere di modico valore (di solito non superiore a 250 € a pezzo, ma il limite varia a livello Regionale).
Ricavi: Il limite è di 5.000 € lordi annui. Se supero questa soglia, non rientro più nei "Redditi Diversi".
Adempimenti: Ho l'obbligo di emettere Ricevuta non Fiscale e, in molte Regioni, di avere un Tesserino Hobbisti per partecipare ai mercatini. Devo tenere traccia di tutte le ricevute emesse.
👉In breve: Sono un Hobbista se faccio le mie vendite solo "ogni tanto" e non ho un business organizzato per la vendita continuativa, anche sui social.
2. Il Creativo/Artista (L'autore)
Questa categoria è molto particolare e riguarda coloro che vendono opere che rientrano nel diritto d'autore, frutto del proprio ingegno e creatività (ad esempio, un pittore che vende i suoi quadri o un designer che vende le sue opere artistiche).
Punto Chiave:
La vendita di opere d'ingegno di carattere creativo (disciplinate dalla Legge sul Diritto d'Autore) può, in alcuni casi, avvenire senza Partita IVA in regime di prestazione occasionale o con un inquadramento specifico.
Attenzione: Se la mia attività di vendita è organizzata, continuativa e professionale – ad esempio, ho un sito di e-commerce sempre attivo con listini e ordini regolari – devo comunque aprire la Partita IVA, anche se vendo opere d'arte. L'organizzazione prevale sempre sull'opera!
3. L'Artigiano (Il professionista)
L'Artigiano, o ditta individuale artigiana, è colui che fa della produzione e vendita delle proprie creazioni la propria professione abituale. Chi vende costantemente sui social, riceve ordini su misura o partecipa regolarmente a eventi di vendita, dovrebbe rientrare qui.
L'Artigiano deve obbligatoriamente:
✅Aprire la Partita IVA (come Ditta Individuale).
✅Iscriversi al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio (CCIAA).
✅Iscriversi alla Gestione Artigiani e Commercianti dell'INPS (con l'obbligo di versare contributi fissi, anche con ricavi bassi).
✅Comunicare la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) al Comune.
In breve: Se vendo i miei prodotti in modo continuativo, organizzato e con l'intento di farne un reddito (anche integrativo, se abituale), sono un Artigiano e devo avere la Partita IVA.
🔴La trappola dei social media
Per concludere: se sto vendendo con la frase "Scrivimi in privato per info e prezzi," pubblicando con regolarità e avendo un profilo che è, di fatto, una vetrina, la legge non mi considera più un hobbista occasionale.
Il passaggio da hobby a lavoro non è determinato da un tetto di guadagno, ma dall'intenzione e dall'organizzazione che metto nella vendita. Non rischiare di farti trovare impreparato dall'Agenzia delle Entrate.
Nel prossimo articolo, affronteremo il tema più scottante: "L'abitualità digitale: quando vendere sui social diventa lavoro"!
Se hai dubbi specifici sulla tua situazione, rivolgiti sempre a un consulente fiscale di fiducia
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