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Perché il fatto a mano ha valore (e non va svenduto)


 Oggi ti voglio raccontare una storia vera. Una di quelle che ti accendono un filo d’indignazione, ma anche una gran voglia di dire: “No, aspetta. Non ci sto.”

Scorro distrattamente su Instagram e mi appare un post: un cappellino all’uncinetto, semplice ma ben fatto, in cotone, con un bel colore estivo. La creativa lo presenta con entusiasmo: è disponibile nel suo shop. Fin qui tutto normale.

Poi leggo il prezzo: 20 euro.

🤯🤯🤯E lì mi si sono rizzati i capelli.

Ora, capiamoci. Nessuno dice che un cappellino debba costare centinaia di euro. Ma nemmeno così poco.

Perché in quei venti euro, dove sono finiti:


✅Il costo del filato?

✅Le ore di lavoro?

✅La cura nei dettagli?

✅L’originalità del modello?

✅Il tempo dedicato alla foto, alla descrizione, alla pubblicazione?


🤔Mi sono fatta una domanda semplice ma spietata: chi darà mai valore al nostro lavoro, se siamo noi le prime a non farlo?

Viviamo in un mondo in cui la manodopera artigianale ha un costo — e giustamente. Nessuno si sogna di chiedere uno sconto a un elettricista. Nessuno si offende se un falegname presenta un preventivo. Ma quando si tratta di handmade, di lavori fatti a mano con cura e passione, allora no: ci si aspetta quasi che sia “gratis”.

Perché?

Perché c’è ancora chi vede l’artigianato creativo come un hobby, una cosina da fare nel tempo libero, qualcosa che non ha un valore reale.

E il problema più grande è che, a forza di sentirlo, a volte iniziamo a crederci anche noi.

Ci accontentiamo di poco, di un prezzo simbolico, di un “tanto l’ho fatto per passione”.

Ma la passione non paga le bollette. Non copre il costo del materiale. Non compra il tempo che investiamo.

Ecco perché nasce questa rubrica.

Per rimettere al centro il valore del fatto a mano, per raccontarlo, difenderlo, costruirlo insieme.

Perché non sei sola, e perché crediamo in ciò che creiamo.


🧵 Nelle prossime puntate parleremo di come dare il giusto prezzo alle tue creazioni, come spiegarlo con fermezza e gentilezza a chi compra, come vendere online senza svendersi.

Passo dopo passo, con esempi concreti e strumenti utili.


💬 Ti va di dire la tua? Hai vissuto qualcosa di simile? Raccontamelo nei commenti, o scrivimi.

Perché ogni voce conta. Ogni filo ha il suo valore.

Commenti

  1. 8 anni fa ho iniziato a lavorare all uncinetto creando capi d abbigliamento, accessori, borse ,sapevo già le nozioni base,grazie alla mia adorata nonna,che mi ha insegnato a tenere l uncinetto in mano sin da bimba..poi dato che notavo che ciò che creano piaceva ho iniziato a vendere..beh da allora una delusione dopo l altra,lavori commissionati,mai ritirati,nonostante il prezzo accordato in precedenza..cin la frase al mercato costa meno,adesso invece la frase di rito, su shein costa 3 volte meno,ma nonostante questo non mi sono arresa,chiedo tot ed esigo tit,lo faccio con amore, passione, tutto il materiale costa,il lavoro, il tempo, quindi di conseguenza la mia risposta è perfetto, compra al mercato va su shein, c è chi apprezza capisce e paga quanto chiedo, perché piuttosto che svenderti il mio lavoro, lo indosso io con piacere e orgoglio, e divento automaticamente promoter di me stessa.. mai svalutarsi,chi apprezza,capisce cosa c è dietro un lavoro e paga il dovuto, non arrendersi e continuare con la propria passione..il mio segreto

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